Il ruolo dell’esercizio terapeutico nella fisioterapia

A cura della Dott.ssa Federica Baglì

L’esercizio terapeutico è l’insieme di movimenti ed attività dosate ed eseguite sistematicamente dal paziente che permettono al fisioterapista di migliorare o ripristinare una funzione persa.

Possiamo considerare l’esercizio come un farmaco e, proprio per questo, la prescrizione di attività fisica nel giusto “dosaggio” è altamente efficace per la prevenzione, il trattamento e la gestione delle più comuni patologie riscontrate nella pratica clinica.

I benefici dell’esercizio terapeutico sono stati studiati e documentati da molti gruppi scientifici, compresi i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), l’American Heart Association (AHA) e l’American College of Sports Medicine (ACSM). Queste entità hanno rilasciato pubblicazioni di riferimento sul beneficio dell’attività fisica per la salute e, a tal proposito, l’inattività fisica è stata descritta come la più grande minaccia per la salute pubblica del ventunesimo secolo dalla letteratura medica!

L’esercizio in ambito riabilitativo è usato per diversi scopi. Dai più semplici esercizi fisioterapici (rinforzo dei muscoli deboli o inibiti da una condizione di dolore) a quelli più complessi (il ripristino di schemi di movimento alterati e la riduzione dell’infiammazione/dolore). Da un punto di vista psicologico, inoltre, l’esercizio contribuisce a rendere il paziente consapevole del suo ruolo, renderlo parte attiva e motore del percorso terapeutico. Il termine “riabilitazione” indica infatti la riacquisizione di qualcosa persa a causa di un trauma o un infortunio, come pensare quindi di riabilitarci se non attivamente? Come poter recuperare un movimento perso, se non con il movimento?

Attenzione però a non confondere l’esercizio prescritto e dosato dal fisioterapista, dall’attività fisica che ognuno di noi pratica in palestra. Proprio la dose, la progressione dello stimolo e la cadenza rendono un esercizio terapeutico!

La differenza sostanziale fra l’esercizio di uno sportivo e l’esercizio terapeutico per un paziente è che nel primo caso si parte da un fisico in ottime condizioni che ricerca un miglioramento della performance, nel secondo caso invece si parte da un fisico con delle problematiche da recuperare.

Lo sapevi che tramite l’esercizio possiamo gestire il dolore?

La ricerca sul dolore negli ultimi anni ha fatto passi avanti molto importanti. Queste nuove conoscenze ci permettono di sapere un po’ di più come funziona, come nasce e come si modula l’esperienza del dolore e di conseguenza possiamo offrire delle risposte sempre più mirate ai pazienti che soffrono di sindromi dolorose.

Il dolore è stato definito dallo IASP (International Association for the study of Pain) come un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole associata o simile a quella associata a un danno tissutale effettivo o potenziale “. Questo riguarda tutti i tipi di dolore, sia quello acuto che quello persistente o cronico.

La principale differenza tra il dolore acuto e quello persistente o cronico è che il primo è spesso correlato con una lesione o un danno ai tessuti periferici (una distorsione di caviglia o una lesione muscolare), invece nel dolore cronico questa correlazione tra dolore e coinvolgimento dei tessuti periferici è molto minore o addirittura assente.

Il dolore cronico talvolta si manifesta quando il nostro sistema nervoso diventa più sensibile al dolore, pertanto, la stimolazione ripetuta può cambiare la struttura delle fibre e delle cellule nervose (il cosiddetto rimodellamento) o renderle più attive. Di conseguenza, il dolore può derivare da una stimolazione che in condizioni normali potrebbe non essere dolorosa, oppure lo stimolo doloroso può essere avvertito come più intenso. Questo effetto è chiamato sensibilizzazione centrale.

Ho paura che il mio dolore peggiori, è il caso che mi muova o è meglio il riposo?

L’esercizio, se ben dosato, non ti farà stare peggio anzi si innescheranno una cascata di meccanismi antinfiammatori che ti aiuteranno a far diminuire il dolore e ad affrontarlo. Una sindrome dolorosa non implica la fine di una carriera sportiva o semplicemente di un’attività fisica, bisogna gestire il dolore con il tuo fisioterapista e riprendere le attività in maniera graduale.

Un recente studio ha mostrato che gli anziani più attivi avevano anche un miglior meccanismo di inibizione del dolore. In altre parole: più erano attivi più erano efficienti i loro meccanismi antidolorifici naturali.

Secondo le linee guida dell’OMS, tutti gli adulti dovrebbero intraprendere, a settimana, 150–300 min. di attività fisica di intensità moderata, o 75-150 min. di attività fisica di intensità vigorosa. Questo significa che basterebbero cinque sessioni di esercizio a settimana della durata di 30 minuti oppure svolgendo almeno 25 minuti di esercizio di intensità vigorosa per 3 volte a settimana.

L’esercizio è uno strumento importante attraverso il quale possiamo curare e prevenire diverse patologie, perciò, non lasciarti ingannare da tutto ciò che è passivo.

E ricorda, la soluzione non è appendere le scarpe di ginnastica al chiodo ma capire come e quando usarle!

FONTI BIBLIOGRAFICHE

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